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055 222431All’epoca in cui venne costruito era la residenza più grande di Firenze ed anche la più sfarzosa. Luca Pitti era rivale della famiglia de’ Medici e desiderava che la sua casa fosse superiore alla loro.
La famiglia Pitti si stabilì nel palazzo nel 1469, ma solo 3 anni dopo, Luca Pitti morì. In seguito le sorti della famiglia Pitti declinarono e nel 1550 il palazzo venne acquistato dal Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo de’ Medici; il Palazzo divenne così la principale residenza dei Medici e nel 1560 l’architetto Ammannati ne iniziò l’ampliamento inserendo un imponente cortile di tre piani.
Nel 1565 Giorgio Vasari costruì un corridoio (il “Corridoio Vasariano” che attraversava Ponte Vecchio per collegare Palazzo Pitti con gli Uffizi, sull’altra sponda dell’Arno.
Gran parte delle attuali decorazioni interne, in sontuoso stile barocco, vennero eseguite nel Seicento e nel Settecento, in particolare dal grande pittore ed architetto Pietro da Cortona, autore anche di alcuni affreschi che decorano i soffitti. Nel 1737 terminò il potere dei Medici su Firenze; Anna Maria Luisa de’ Medici, però, ottenne che l’intera collezione d’arte dei Medici restasse di proprietà della città di Firenze. Questo segnò la prima trasformazione degli Uffizi e di Palazzo Pitti in museo. Palazzo Pitti venne ufficialmente aperto al pubblico come museo nel 1833.
L’arte esposta a Palazzo Pitti è focalizzata sul Cinquecento e sul Settecento; anche la maggior parte delle superbe decorazioni interne riflette lo stesso tipo di gusto, mentre l’esterno appartiene per lo più ad un’epoca anteriore. Palazzo Pitti è costituito da diversi musei ospitati sotto lo stesso tetto.
La pinacoteca principale, ricca di 500 dipinti, è nota ufficialmente come Galleria Palatina e gli artisti più rappresentati sono Sandro Botticelli, Raffaello Sanzio, Rubens, Tintoretto, Tiziano, ecc. La Galleria d’Arte Moderna ospita pittori italiani (per lo più toscani) dal Settecento al Novecento, mentre il Museo degli Argenti possiede una stupenda raccolta di oggetti preziosi. C’è inoltre un museo dei costumi che vale la pena di essere visitato.